Nell'ambito dell'ottava edizione del Forum ProArch, la Presidente della Fondazione Ordine Ingegneri Napoli, Paola Marone, ha partecipato nel pomeriggio di venerdì 22 novembre 2019, a una tavola rotonda sul tema:
"Il progetto di architettura come intersezione di saperi - Patrimonio, storia, archeologia, restauro".
I lavori si sono svolti a Palazzo Gravina, sede storica della Facoltà di Architettura dell'Ateneo Federiciano.
Di seguito pubblichiamo il testo integrale dell'intervento presentato dall'Ingegner Paola Marone.
(Presidente Fondazione Ordine Ingegneri Napoli - Presidente Cfs Napoli)
Il tema della tutela e della valorizzazione del patrimonio culturale rientra nel più ampio processo di rigenerazione urbana che rappresenta da anni, per noi professionisti del settore tecnico e player del settore delle costruzioni, un impegno ormai indifferibile per il rilancio di Napoli come area metropolitana moderna, vivibile ed inclusiva. Le città più attraenti creano un circuito che si alimenta della capacità di rileggere il proprio territorio, esaltandone le potenzialità, per dare risposte concrete ai bisogni della popolazione. Indubbiamente è necessario, anche alla luce della nuova domanda urbana, ripensare alle politiche di espansione territoriale che hanno caratterizzato il passato, orientandosi verso il riuso e la riqualificazione degli immobili esistenti. Razionalizzare e migliorare le prestazioni dei volumi già assentiti ridurrebbe sicuramente il consumo di suolo; ottimizzare gli spazi già costruiti consentirebbe anche di riorganizzare l’assetto delle città.
La scarsità di risorse pubbliche inoltre, impone, il coinvolgimento del capitale privato anche mediante la formula del “partenariato pubblico privato”, che noi costruttori abbiamo sempre evidenziato, individuando nella collaborazione tra beni pubblici e capitali privati il paradigma per l’attivazione di processi di crescita e valorizzazione.
In un’epoca in cui i finanziamenti a pioggia sono inesistenti, importante è fare rete. Si tratta di cogliere appieno le capacità e le idee dei volontari e di metterle a servizio di tutti, mantenendo costante ed aperto il confronto con le Istituzioni, favorendo la collaborazione tra le Parti, incidendo sui processi programmatici e attuativi, nella convinzione che negli interessi di parte risiedano esperienze e competenze specialistiche capaci, nella messa a sistema, di diventare un patrimonio di conoscenze e di valori utile a tutti. Ognuno deve fare la sua parte. E, a questo punto, dico che indispensabile dovrebbe essere la presenza della Sovrintendenza in tutti i tavoli di pianificazione a tutti i livelli, che aiuti a trovare ed inserire spunti per la valorizzazione e non solo per la tutela, graditi all’Ente che rappresenta. La partecipazione e l’apporto dovrebbe essere a monte e durante tutti i processi.
Siamo consapevoli che Il centro storico di Napoli, iscritto dal 1995 nella lista del Patrimonio Mondiale Unesco, racchiude quasi tre millenni di storia e vi coesistono i frammenti della citta greco-romana, con evidenze di aree di archeologia urbana, tracce del rinascimento, ricche architetture barocche sino a giungere alle testimonianze più recenti, praticamente senza soluzione di continuità.
Il Centro storico di Napoli è attualmente interessato dal Grande Progetto di valorizzazione del sito UNESCO, la cui approvazione ha preso le mosse nel 2007 (originariamente finanziato nell’ambito dell’Asse VI del POR FESR Campania 2007/2013), volto a riqualificare il nucleo antico della città storica di Napoli, mediante 29 interventi, 100 milioni di investimento. Il piano di interventi, finalizzato al rilancio turistico, interessa, in via prioritaria, alcuni ambiti di particolare rilevanza strategica, tra i quali gli ambiti delle “porte” della città storica (“antica”) e l’area dei decumani che sarà valorizzata soprattutto in termini di accessibilità e di sicurezza.
Ad oggi, lo stato di attuazione è piuttosto arretrato dai dati a disposizione, 4 risultano ultimati, e dunque in fase di collaudo: l’Insula del Duomo (4 mln di euro); il complesso di Santa Maria della Colonna (1.5 mln di euro), la Cappella Pignatelli (700.000 euro) e il complesso di S. Maria Maggiore – Cappella Pontaniana (1.3 mln).
Esecutrici di tali opere sono le imprese con attestazione SOA nelle categorie OG2, OS2, OS25.
Parte dei rimanenti interventi sono in fase di progettazione, altri in fase di gara per l’affidamento dei lavori e per altri ancora si stanno eseguendo i lavori.
Le ragioni del ritardo vanno prevalentemente cercate nelle regole in tema di lavori pubblici che sono scritte male da un canto e che, dall’altro, cambiano continuamente nel tempo; questo mette in seria difficoltà le pubbliche amministrazioni chiamate ad applicarle.
Costante è, infatti, l’azione associativa finalizzata a migliorarle per consentire la spendita delle risorse.
Allo stesso tempo, non può non considerarsi che le norme vigenti forniscono soluzioni che – rispetto ad altre - maggiormente garantiscono trasparenza, snellezza e dunque celerità e che dunque andrebbero opzionate dai centri di spesa.
Siamo ben consci, quindi, della responsabilità che ha la nostra scuola edile di formare personale (tecnico e maestranze) qualificato per operare nei cantieri ed è per questo che la nostra programmazione didattica è il risultato di un confronto integrato, strutturato e permanente con Enti, Università, Ordini Professionali, Associazioni.
Alle attività tradizionali affianchiamo lo studio di tecniche e materiali innovativi. adottando metodologie didattiche avanzate, come applicazioni di realtà virtuale e realtà aumentata, e dirette allo scopo, proponendo validi servizi alle imprese e un catalogo di corsi aggiornato e rispondente ai fabbisogni e all’evoluzione del settore edile. Tra questi corsi di restauro, stampanti 3D, BIM, tecniche di diagnostica e monitoraggio, applicazione di materiali compositi, tecniche di rilievo e rappresentazione grafica ecc…, consolidamenti strutturali, efficientamento energetico, gestione dei rifiuti, gestione processi.
La progettazione di idonei percorsi formativi sul patrimonio culturale tiene conto non solo della straordinarietà dell’impianto urbano partenopeo ma anche della ricchezza di meravigliosi episodi dell’espressione artistica di ogni tempo, prevedendo idonei corsi, dal tradizionale scalpellino all’applicazione del laser per la pulitura dei monumenti lapidei.
L’incontro odierno è un ulteriore stimolo alla modernizzazione della nostra scuola edile e per questo ringraziamo per l’invito. Oggi attraverso il Centro Sperimentale delle Competenze nel Comparto Edile, promosso dalla Regione Campania, con il CFS Capofila, sono state individuate 17 figure professionali:
- Tecnico della gestione della sicurezza nei cantieri edili;
- Tecnico esperto nella raccolta e gestione documentale relativa alle gare d’appalto;
- Tecnico esperto nella valutazione della vulnerabilità sismica del costruito esistente;
- Tecnico specializzato nella diagnostica e nel monitoraggio strutturale;
- Tecnico esperto nel recupero sostenibile del patrimonio edilizio;
- Tecnico esperto in valutazione di sostenibilità di processi costruttivi del sistema edificio;
- Tecnico esperto nella gestione, coordinamento e ottimizzazione di un progetto BIM-Based;
- Tecnico analista BIM - (BIM Analyst);
- Tecnico specializzato BIM (BIM Specialist);
- Tecnico esperto del rilievo e dell’accatastamento;
- Responsabile di cantiere di restauro architettonico;
- Operatore edile addetto allo scavo di siti archeologici;
- Operatore edile addetto ai sistemi di accesso e posizionamento mediante funi (Rocciatore);
- Tecnico esperto in diagnostica del calcestruzzo per la sicurezza del costruito e dell’ambiente;
- Operatore addetto all’intaglio e levigazione della pietra (Scalpellino);
- Tecnico della valutazione e della valorizzazione immobiliare;
- Stuccatore, decoratore, doratore di edifici storici;
che hanno reso attuale il repertorio regionale della Campania. Siamo pronti a cogliere nuove esigenze per rendere competitivo il nostro settore e supportare le nostre imprese afflitte da una crisi che appare irreversibile.
A seguito dell’ultimo disastroso terremoto del Centro Italia, il Governo Italiano ha introdotto con la legge di Stabilità del 2017 l’incentivo fiscale del “sismabonus” finalizzato alla prevenzione del rischio sismico del costruito. E’, inoltre, possibile cumulare l’Ecobonus per il risparmio energetico in base agli obiettivi raggiunti anche in termini di impatto sulle emissioni. Grazie a questi incentivi potrebbe decollare la riqualificazione degli immobili e la ripartenza del settore delle costruzioni.
Non si tratta, infatti, solo di un’occasione di riqualificazione del patrimonio edilizio nazionale pubblico e privato, che è mediamente vetusto ed energivoro, ma anche di un’occasione per garantire sicurezza e sviluppo sociale ai cittadini che ne beneficeranno e alle aziende che presteranno la loro opera. In sostanza le misure del Governo mettono insieme i bisogni di sicurezza, sviluppo ed efficienza energetica.
Inoltre, una ricerca proposta dalla nostra Associazione costruttori Edili di Napoli (Acen), realizzata dagli economisti Di Maio e Rostirolla, dimostra che il sistema degli incentivi fiscali per il risanamento degli immobili, lungi dal rappresentare un esborso secco per le finanze stabili, rappresenta un formidabile moltiplicatore per effetto della tassazione diretta ed indiretta. Il tutto è ancora più vero se si considerano le specifiche peculiarità del settore edile: l’elevatissima intersettorialità, il forte impatto occupazionale e la capacità di lasciare valore aggiunto nel luogo di produzione. Ricordo a tal proposito che 1 miliardo di euro di produzione nelle costruzioni genera quasi 10.000 occupati diretti nel settore e 5.600 occupati nell’indotto.
Provare a non perdere questa opportunità offerta dal Governo che sarà valida fino al 2021 e coniugare la velocità dei progetti e delle autorizzazioni sugli immobili vincolati, includendo i tempi dei lavori edili, è la sfida che dobbiamo cogliere e, naturalmente, vincere.