“LA SONATA: DA CLEMENTI A BEETHOVEN”
INCONTRI MUSICALI DEL LUNEDI’ COL MAESTRO ROSARIO RUGGIERO
RAMPE SAN GIOVANNI MAGGIORE - LUNEDI’ 27 FEBBRAIO 2017, ore 19.30 – INGRESSO LIBERO
Nel programma di questo appuntamento figurano insieme due geni, Clementi e Beethoven, che pur vivendo due vite del tutto diverse si conobbero, si frequentarono ed ebbero, l’uno per l’altro, rispetto e ammirazione. Nato nel 1752, Muzio Clementi fu tra i primi compositori di musica per pianoforte ‘moderno’, e tuttora il suo Gradus ad Parnassum è strumento di metodo per quanti si avvicinano allo studio del pianoforte. Sulla sua tomba, a Westminster, si legge ‘Al padre del pianoforte’, ossia al compositore che segnò il tramonto della tecnica clavicembalistica e il sorgere di quella pianistica. Va citata la sua opera orchestrale, registrata dal grande musicista Francesco d’Avalos con la Philarmonica di Londra. La sua fama si diffuse per tutta l’Europa e resta famoso l’invito dell’imperatore Giuseppe d’Asburgo a una sfida con Mozart, duello tra avversari di tale altezza che all’imperatore non restò che dichiararne la parità. Più giovane di circa vent’anni, Beethoven si avvicina da ammiratore alla musica di Clementi e affida al maestro l’edizione di tutta la sua opera nella quale l’apertura all’ideale romantico non si allontana dal classicismo, del quale egli resta uno degli ultimi rappresentanti. Dedicò le sue Sonate ad Haydn, suo maestro in quegli anni, e influenzò col suo modello tutto il linguaggio musicale successivo.
Siamo tra il Settecento e l’Ottocento, e a quel tempo risale una delle più belle canzoni popolari di Napoli, “La Palummella”, ispirata dall’Opera buffa “La Molinarella” di Piccinni e rielaborata da D. Bolognese e T. Cottrau nel 1873, ricca di allusioni politiche. Risale al 1913, quasi un’età dell’innocenza ancora incontaminata dalla guerra che scoppierà dopo due anni, il delicato notturno di E. A. Mario: “I’, ‘na chitarra e ‘a luna”, mentre la festosa “Surriento d’’e nnammurate”, di Bonagura-Benedetto, rispecchia quella lietezza che rese gli anni Cinquanta emblematici della voglia di rivivere dopo il buio della seconda guerra mondiale. Sorrento ne vien fuori radiosa, terra di baci e di serenate, mentre la Villa Comunale, rievocata da Eduardo, sembra aver perduto quel dolce incantamento che la caratterizzò nei primi decenni del secolo. Sempre di Eduardo, la splendida dichiarazione d’amore di “Nun me guardà”, di un innamorato talmente timido e senza illusioni che si ripromette di farsi guardare dalla sua amata solo sul punto di morire perché ‘na guardata tua s’adda pavà cu ‘a vita’. Non molto più ottimista è Eduardo in “E allora bevo”, perché voler afferrare l’attimo fuggente significa per lui annullare l’ieri, ma anche il domani.
PROGRAMMA
Muzio Clementi 2 sonate
Op-7 n.3
Op-24 n.3
Pianista Rosario Ruggiero
Momenti poetici a cura di Antonio Giorgio: Le poesie di Eduardo
‘A Villa comunale
Nun me guardate
E allora bevo
Momenti musicali a cura di Raffaele Mancini:
La Palummella
I’ na chitarra e ‘a luna
Surriento d’ ‘e nnammurate
Ludwig Van Beethoven 2 sonate
Op.2 n.1
Op. 11
Pianista Rosario Ruggiero